Iodio: quando NON bisogna usarlo

Molti dei processi metabolici che avvengono nelle cellule vengono regolati dallo iodio, un micronutriente che si trova naturalmente nell'organismo e si occupa essenzialmente della funzionalità cerebrale.

Viene sintetizzato all'interno di organo spesso sotto processo, la tiroide, il cui mancato funzionamento porta a particolari effetti collaterali riscontrabili nel tempo.

Lo iodio non è sintetizzato solo all'interno del corpo ma è fortemente presente nell'acqua di mare e pertanto viene assorbito da alcune varietà di pesci e crostacei che mangiamo di frequente.

Perché è importante che il corpo produca iodio

Lo iodio viene prodotto all'interno della tiroide, contenuto all'interno di due ormoni detti tiroxina o T4 e triiodotironina o T3, che operano affinché le reazioni metaboliche generali e soprattutto cerebrali possano svolgersi nel migliore dei modi.

Solitamente ogni organismo lo contiene in minima quantità, attestata attorno ai 15-20 mg, pertanto un'assunzione eccessiva potrebbe portare degli scompensi e degli effetti collaterali più o meno importanti.

Affinché gli organi crescano e si sviluppino nella maniera corretta, è opportuno mantenere questo equilibrio che dipende dal funzionamento corretto della tiroide.

Dove è possibile trovare lo iodio

In presenza di una carenza di iodio, è possibile assumerlo attraverso integratori ma, in maniera più naturale, anche mangiando una serie specifica di alimenti.

È il caso ad esempio del latte e derivati, delle uova, dei molluschi e di alcune tipologie di pesce bianco, che tendono ad assorbirlo in maniera significativa donando un apporto considerevole.

La carne, la frutta e la verdura ne contengono invece un quantitativo variabile, che dipende dalla tipologia e dal tipo di trattamento che ha subito il prodotto.

Cosa accade però se nel corpo è presente una quantità di iodio eccessiva? Quando è consigliabile non assumerlo ed eseguire dei controlli periodici per mantenere sotto controllo i suoi livelli?

Quando non bisogna usare lo iodio in cucina

Talvolta la tiroide tende ad agire in maniera poco equilibrata, dando vita a degli scompensi dai sintomi più o meno evidenti.

Se nel caso di ipotiroidismo la sua funzionalità si riduce e quindi nella dieta è opportuno inserire alimenti ricchi di iodio, se si verifica al contrario un ipertiroidismo è opportuno controllare l'alimentazione eliminando sale ed eccessivi quantitativi della sostanza in questione.

Si tratta infatti di un'attività eccessiva dovuta all'eccessiva produzione di ormoni, che può portare a un dimagrimento veloce e improvviso oltre che a un indebolimento della struttura ossea, soprattutto nei soggetti che hanno superato una certa età.

Sarà il medico a riscontrare questo problema ed eventualmente modificare la lista degli alimenti che è possibile assumere nella vita quotidiana.

In questo caso potrebbe essere richiesto un maggiore apporto di vitamina D, da assumere attraverso integratori specifici per bilanciare il fabbisogno quotidiano di nutrienti.

Pertanto, se notate un comportamento anomalo del vostro corpo a livello di peso oppure un'eccessiva stanchezza, procedete con un accurato controllo della tiroide, potrebbe essere un problema di scarsa rilevanza che si risolve eliminando parte dello iodio dalla propria dieta oppure una disfunzione più seria, che necessita di una terapia farmacologica più consistente.

Nella vita quotidiana, pertanto, è opportuno integrare i propri livelli di iodio mangiando diverse porzioni di pesce, uova e latticini ogni settimana, facendo attenzione però a non appesantire il fisico di grassi e favorire la comparsa del colesterolo.

Una dieta sana aiuta a mantenersi in salute nel tempo, vivendo in parte di rendita quando il fisico non è più giovane come un tempo ma mantiene la propria funzionalità 

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